C'Era UNA Ragazza (Italian Edition) by Palombelli

C'Era UNA Ragazza (Italian Edition) by Palombelli

autore:Palombelli [Palombelli]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788804473831
Amazon: 8804473835
editore: Mondadori
pubblicato: 2011-05-30T22:00:00+00:00


Il denaro

Un discorso a parte merita l'argomento denaro... Nelle due famiglie di cui mi sento figlia c'erano opposte valutazioni sulla provenienza del medesimo.

In casa Micheli il denaro era arrivato dal lavoro e dal genio di Alfredo - e voi stessi, che siete la quarta generazione, potete ancora godere dei frutti, ormai molto ridotti ma non esauriti, di quell'impresa felice. Il denaro dei Micheli era - ed è ancora - uno strumento lieve e sereno dei propri desideri... ma anche una forma di consolazione per la morte prematura di colui che l'aveva messo insieme, una specie di «risarcimento». Insomma, le figlie di Alfredo sanno da dove viene la loro tranquillità economica, sanno che il loro papà le viziava, sanno bene che lui le avrebbe volute felici. Risultato: pochi sensi di colpa - anche se, poverette, hanno sempre vissuto pensando soltanto ai figli e non hanno mai speso nulla per loro.

Per i Palombelli il denaro rappresentava più o meno il diavolo: averlo o non averlo era la stessa cosa, nel senso che produceva la medesima infelicità. Agenti di cambio per tre generazioni, hanno risentito delle oscillazioni dei mercati finanziari: quando si guadagnava, non si poteva mai dire per quanto ancora le cose sarebbero an date bene; quando si perdeva era sempre una sofferenza... Per quel mestiere non erano tagliati caratterialmente, anche se lo studio godeva di grande prestigio. Va detto inoltre che Luigi e il fratello hanno vissuto così tanto da non lasciare mezza lira ai figli: quando si rimane in vita quasi un secolo, è già un miracolo riuscire a non ricorrere all'aiuto dei figli.

Va detto anche, ed è la contraddizione più vistosa e più incredibile, che nello stesso momento il denaro aveva due valutazioni: una ufficiale e una famigliare. Nello stesso piano, a piazza di Spagna, da una parte si rischiavano milioni; dall'altra (separata soltanto da una porta) si rammendavano per la quinta volta i calzini. Da una parte si consumavano le gomme e le matite fino a che non diventavano invisibili, si riciclavano avanzi, si usavano lenzuola del secolo precedente; dall'altra si scommetteva denaro come se non fosse vero.

Mi hanno insegnato una cosa che forse voi non capirete mai: «Non si butta niente». Che vuol dire, tradotto nei tempi moderni, che ogni volta che si smette un abito bisogna regalarlo a chi ne ha bisogno, che il cibo va rispettato, che riusare qualcosa di chi c'era prima è un dovere. Ai miei tempi il pane non si buttava mai. Prima era fresco, sulla tavola. Poi secco e tostato, con burro e marmellata al posto delle merendine. Poi, i pezzetti rimasti venivano macinati per fare un ottimo pangrattato.

Noi bambini ignoravamo tutto. Per noi, i soldi erano quelli che stavano nel borsellino di mamma. Non si parlava di denaro davanti ai figli, non si davano mai soldi in mano a loro, non era un argomento da affrontare davanti a estranei, meno che mai a tavola... L'unica cosa che ricordo di aver sentito da piccola, era la parola «arricchito», pronunciata con un senso di disprezzo per me incomprensibile, una condanna senza appello.



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